L’eroe, della mia poesia, posso esser’ solo io,
in tutti canti miei, il primo e l’ultimo:
dentro la poesia vorrei fondere l’intero universo,
ma oltre a me stesso, non son mai arrivato.
A volte, credo che oltre a me non esiste niente,
ma anche se ci fosse, Dio lo sa soltanto, com’è?
Come la noce, dentro un guscio cieco, chiusa,
mi da la nausea aspettar’ che qualcuno lo rompa.
Dal mio cerchio magico, non ho modo di uscire,
può varcarlo solo la mia freccia: il mio desiderio,
ma l’intuito del mio desiderio è fallace.
Io stesso, sarò sempre prigioniero di me stesso,
perché io sono il soggetto ma anche l’oggetto,
ahimè, son io l’Omega e anche l’Alfa.