Babits Mihály: Forse il diluvio... (Talán a vízözön… Olasz nyelven)
Talán a vízözön… (Magyar)Irtóztató telünk volt az idén, Koppanva estek le a madarak Bölcs koldusok a szeméttelepen S a legborzasztóbb hogy már a tavaszt sem S titkos vérszomjunk mégis ezt kívánja! Igen, tedd ezt, ha tán nem akarod, Megengednéd-e, hogy gyermekeink Akkor inkább a vízözön! Talán 1940 eleje
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Forse il diluvio... (Olasz)Abbiamo avuto un inverno terribile, come se la natura avesse voluto dare una dimostrazione della propria esistenza, che non va sottovalutata neppure lei, perché è capace d’esser’ disumana, come l’uomo.
Gli uccelli cadevano con gran tonfo dai rami, le lacrime dei caprioli, toccavano terra già congelate, gli animali selvatici si arrischiavano ad entrare nel paese: quante vite cessate lungo le strade.
I mendicanti saggi dormivano nel mondizzaio, e sotto la spessa spazzatura, morivano congelati. Perfino i signori vestiti col cappotto, quasi – quasi si congelavano in mezzo la strada, o accanto le stufe insufficientemente riscaldate.
La cosa più attroce è, che neppure la primavera siam’ liberi a desiderare! Altre volte, smaniavamo nell’attesa, ora la penso perfino con paura, forse arreccherà più ferite che fiori, mescolando il profumo dei gelsomini con quello dei morti.
Eppure, la nostra sete di sangue è a questo che ambisce! O, solo come un giocatore perdente, non resistiamo oltre… O, Signore, esprimi il tuo giudizio su di noi, sciogli i fiumi e inonda nuovamente la terra, con un diluvio nuovo!
Si, cosi che devi agire, se non vuoi o non consideri degno occuparti della tua terra mesta, a far’ vincere la giustizia e la libertà: se ci consegni al tiranno, a una situazione, che è dell'inverno molto peggiore.
Potrai mai permettere, che i figli dei nostri figli, cresciuti nelle nuove scuole nefande, dimentichino perfino i nomi delle cose, che per noi sono ancora sacre, per cui i nostri padri avevano combattuto tanto?
Venga piuttosto il diluvio! Forse, anche qui ci sarà una barca a galeggiare! Con una coppia di uomini liberi, con gli animali mansueti e queti, l’elefante imponente, lo scogliattolo pazzerello, e con dei gattini belli e dei cammelli forti.
inizio 1940
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