1. (Verso l’Antartide)
vieni fuggiamo in Antartide noi due
non almanaccare a lungo e matto colui che davanti
la strada lunga e il freddo polare retrocede
là faremo una bella vita e all’improvviso tutto si risolverà
cesserà il peccato opprimente e la latitanza
come cristallo di ghiaccio squilla la risata liberatoria
di noi non si vedrà nient’altro solo gli occhi
da cui leggeremo quel che ci sta succedendo
io indago i tuoi e tu scruti i miei
in te vedo nitidamente il desiderio del tuo
futuro bambino che ora sta acquattato nelle tue cellule
dimenandosi attende l’evolversi del suo destino
nel ghiaccio polare possiamo conservarci per
un’epoca migliore in cui lentamente ci squaglieremo
e vivremo inebriati la corta primavera antartica
oggi ancor’ solo blocchi di ghiaccio uno vicino l’altro
erosi fortemente dal sole
vieni con me in Antartide come a casa
questa è ormai la parola di ghiaccio del cuore gelato
2. (Lastra di ghiaccio fendente)
non oso più neppure a dormire
sento il crepare della lastra di ghiaccio
in due pieni di paura siamo rannicchiati
sulla zattera che si sta incrinando
la tua testa stordita sulla mia spalla
l’oceano si sta sballottando
che altro ci sconvolgerà ancora
prima o poi la nostra lastra di ghiaccio si spezzerà
ti reggo giorno e notte
per non farci portare via all’improvviso
sulle acque impetuose
ormai non oso più neppure addormentarmi
così forse non dovrò neppure svegliarmi
3. (Vincolo segreto)
cos’è questo fermento sotto il ghiaccio
i pesci ci seguono in branco
corpo dopo corpo corpo sul corpo
s’è vestito d’un blu opale
ammiriamo questo movimento
questo guizzare nell’infinito
quanti arriveranno e dove
non saprà mai nessuno
che quel pesce che infilza sullo spiedo
è un vincolo segreto che unisce
siamo un corpo scisso in due
navighiamo nel bel mezzo d’una
sfavillante lastra depredata
dove io e te siamo diventati
tutt’uno
4. (Calendario confuso)
Invano conto
da quando viviamo al polo
s’è confuso il calendario
come pure la bussola che nella nostra mano
incomincia una strana danza
e non c’è capitato alcun invidioso
che seguendoci
solo per il gusto di nuocerci
accetti quest’esistenza
in cui la gioia della solitudine
si alterna con la potenza conservatrice dell’amore
il miracolo antartico è proprio questo
non è il caloroso dono del regno di ghiaccio
noi ci siamo portato con sé
5. (Paesaggio mai esistito)
l’ancora levata
sulla riva che s’allontana neppure l’occhio strizzante
intravede ormai la tremante speranza rimasta sola
mentre cammina su e giù
sul destino d’una nave in moto ormai
decidono le forze superiori io posso guardare
solo dalla poppa il ghiacciarsi d’una ferita infinita
la cicatrizzante baia
cullo il dolorante ricordo febbrile
d’un paesaggio mai esistito
d’una libertà sfuggente che
vive solo là e quando dove
l’uomo non è altrimenti in grado di vivere
6. (si smantella il circo)
appoggiata vicino a me
tuo viso è taciturno
screpolato
e mentre furtivamente osservo i tuoi bitorzoli
la base nasale tumefatta
le labbra pendenti
i tuoi baffetti la forfora
alle radici dei capelli
come se stessi osservando un continente estraneo
provo vergogna
tanto tutto questo avevo visto anch’sinora
la mano s’avvierebbe per i suoi soliti teneri percorsi
a metà strada si congela nel movimento
come tutto s’allontana
la riva rimane indietro e anche tu con essa
tu delle mani contorcenti
su e giù corrente speranza sulla riva
rimane la libertà il fuoco delle notti
la nostra bellezza le parole
come quando il circo lentamente
viene smantellato
sconsolato
in ordine inverso