Non puoi scrutare indietro guatando come se gli
occhi tuoi avessero l’estensione.
Neanche ti puoi fermare terminando qualcosa che
tramite a te è stato compiuto.
Il tuo lavoro è la necessaria esistenza. Non è
peccato, né risultato. Non dimenticartela.
Non dimenticar’ che la tua bellezza, perlomeno,
proviene dai tormenti dei diavoli e delle malatie.
Se ti applaudono e ti adulano con affetto,
sappi che sei diventato qualcosa per combattere.
Sorridi, come il partigiano allegro che non essendo
stato scoperto, con le teste tenebrose brinda
chiaramente alla sua esistenza celestiale.
Non è soltanto un’informazione lieta,
che l’arte a sé stante non esiste,
e che la morte non è decadenza.